Da lunedì 5 a giovedì 8 novembre all’Università di Verona si svolge un incontro interdisciplinare sul tema della mutazione del corpo umano. Nel 2018 cade il secondo centenario della pubblicazione di Frankenstein, il romanzo di Mary Shelley che ha segnato l’immaginario della modernità, anche attraverso le sue riprese teatrali e cinematografiche, i remake, gli sviluppi paralleli, le parodie.Quel che più conta è che il mito di Frankenstein ha accompagnato come un’ombra le linee più avanzate della ricerca scientifica moderna: i trapianti, la biogenetica, la robotica, l’intelligenza artificiale, tutto quanto abbia a che fare con la mutazione del nostro corpo, la sua costruzione/ricostruzione in laboratorio (o in sala operatoria), la sua imitazione/sostituzione tecnologica, l’idea stessa di un suo miglioramento indotto artificialmente dall’esterno. Per questo il mito è sempre stato così vivo nella cultura occidentale e ha interrogato gli scienziati, i filosofi, gli artisti, in un’esplorazione figurativa tra letteratura, cinema e teatro.
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