Volti e scene del crimine. Morfologie del giallo italiano tra influssi transnazionali e ibridazioni intermediali

Cinergie. Il cinema e le altre arti
n. 25/2024 – a cura di Giulia Scomazzon e Arianna Vergari
Scadenza: 17 ottobre 2023

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Gabriele LandriniWritten by:

Se già tra le due guerre in Italia si innesca un vivace dialogo intermediale che spinge il giallo oltre i confini della letteratura (Mazzei e Valentini, 2017; Curti 2022), è a partire dal secondo dopoguerra, e in particolare con l’avvento della televisione, che il genere crime (Calabrese e Rossi, 2018; Pieri 2011; Priestman 2009; Knight 2004) si ramifica nella cultura popolare, esplodendo in una rifrazione di forme, produzioni, atmosfere, stili, volti.

Le rappresentazioni del crimine dentro il macrogenere transmediale del giallo hanno così accompagnato e interpretato alcune fondamentali trasformazioni culturali e sociali italiane, in un arco di tempo che va dagli anni ‘50 a oggi. La polarità detection e atto criminale – nucleo del plot del giallo – esprime, da un lato, la complessità morfologica del genere, la sua permeabilità a modelli e ad archetipi narrativi sia autoctoni sia internazionali e, dall’altro, si presenta come cassa di risonanza delle ansie sociali relative ai fenomeni criminali nelle democrazie liberali contemporanee (Biressi 2001) e delle tensioni e dei desideri delle società occidentali (Perissinotto 2008).

In questa direzione il giallo si fa dispositivo euristico in grado di cogliere e decifrare i sintomi di un cambiamento socio-culturale in atto, così come è in grado di rivelare i segni traumatici di eventi storici passati (Pezzotti 2014) o le tracce dell’evoluzione delle teorie e delle prassi del diritto penale, in special modo nelle oscillazioni tra il modello inquisitorio e quello accusatorio (Amodio 2016), che spesso, sul piano del racconto, si riflettono nello sviluppo e nell’ibridazione di due paradigmi narrativi differenti: la detective fiction e il procedural drama.

Altrettanto significativo da un punto di vista culturale è il modo in cui il giallo riesce a intercettare e rielaborare i paradigmi della femminilità e mascolinità in determinati periodi storici, attraverso trame e strategie visive che problematizzano il rapporto tra ruoli socialmente prescritti, personaggi e identità di genere e in cui spesso risaltano le contraddizioni legate a stereotipi e posizioni egemoniche (Dresner 2007; Gates 2011; Buonanno 2017; Re e D’Amelio 2021).

L’obiettivo del numero monografico – sviluppato all’interno del progetto Prin 2020 “Atlante del giallo. Storia dei media e cultura popolare in Italia (1954-2020)” – è l’analisi della messa in scena di criminali e rappresentanti della legge e delle istituzioni, attraverso i legami intermediali tra televisione, cinema, radio, immaginario romanzesco, giornalismo d’inchiesta e cronaca nera. L’indagine sui modi di rappresentazione di queste figure consentirà di mettere a fuoco il loro valore/ruolo in rapporto ai processi di costruzione e deformazione dell’immagine pubblica del crimine e della giustizia.

Analizzando ricorrenze e variazioni di schemi e formule espressive, questo numero intende aprire uno spazio di riflessione sulle traiettorie diacroniche e sincroniche, oltre che geografiche, che hanno generato nuove configurazioni identitarie e culturali all’interno delle narrazioni crime italiane. I soggetti che attraversano gli spazi della detection possono essere studiati nelle loro molteplici evoluzioni estetico-rappresentative, tenendo conto anche dell’importanza dei cambiamenti nei contesti produttivi o, ancora, delle risposte spettatoriali, soprattutto dinanzi a forme di branding (Turnbull 2019) e di meccanismi che ancorano talvolta in modo continuativo un ruolo a un’immagine divistica.

Contestualmente, un approccio interdisciplinare al giallo, in grado di confrontarsi con le diverse vie interpretative, percorribili attraverso i terreni dei Media Studies, della sociologia, della criminologia, dei Legal Studies e della riflessione filosofica sui temi della colpa e della responsabilità, si configura come un accesso privilegiato alle questioni conoscitive, politiche e relative all’identità di genere che questo numero monografico vuole mettere a fuoco.

Il numero di Cinergie intende raccogliere contributi focalizzati principalmente, ma non solo, sui seguenti punti:

  • La figura dell’investigatore e dell’investigatrice all’interno o all’esterno delle istituzioni statali: tutori della legge, giornalisti d’inchiesta, scrittori o privati cittadini, tra professionismo e amatorialità.
  • Gli sviluppi e le modalità di rappresentazione delle figure legate alla difesa dell’imputato e alla messa in scena della vittima come parte civile nel processo, fuori dagli schemi della detection classica e spesso in una posizione di problematico fuori campo, tanto nella fase investigativa quanto in quella processuale.
  • Il rapporto tra indagine, processo e verità nella rappresentazione crime o true crime nazionale in una prospettiva diacronica, intermediale e interdisciplinare.
  • Le evoluzioni attraverso cui le ibridazioni di generi diversi e gli influssi internazionali ridefiniscono i modelli maschili e femminili di detection come posizionalità discorsive nel contesto italiano.
  • La relazione tra identità di genere e messa in scena della violenza nella dialettica tra trasgressione criminale e ripristino punitivo dell’ordine sociale.
  • Le atmosfere e gli spazi della narrazione del giallo come figure narrative e simboliche significative, in cui l’attraversamento dei luoghi diviene pratica espressiva in grado di attivare ulteriori livelli di indagine identitaria.
  • Le scene dell’azione criminale, investigativa, processuale e punitiva (luoghi del delitto, commissariati, tribunali, prigioni, ecc.).

Scadenze e istruzioni

Si richiede l’invio di un abstract di 300-500 parole (insieme a una breve biografia del proponente) entro il 2 ottobre 2023 a giulia.scmzn@gmail.com e a.vergari@unilink.it [oggetto: Cinergie Volti e scene del crimine + nome cognome autore/autrice].

La conferma di accettazione avverrà entro il 9 ottobre 2023

Nel caso in cui la proposta venga accettata, l’articolo dovrà pervenire entro il 15 dicembre 2023 e dovrà avere lunghezza non superiore alle 6000 parole e potrà includere immagini, clip e link.

All’autore/autrice è richiesto di chiarire autorizzazioni e diritti di pubblicazione per eventuali documenti iconografici o d’archivio inclusi nella pubblicazione.

Gli articoli saranno sottoposti a valutazione double blind.

La pubblicazione del numero n. 25 di Cinergie è prevista per luglio 2024.

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