Abissi di silenzio. Immagini dal film Banditi a Orgosolo, Vittorio De Seta, 1961

Mostra fotografica
a cura di Antioco Floris e Antonello Zanda
Cagliari, 26 maggio-30 giugno 2021
Nuoro, 9 luglio-30 agosto 2021

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Redazione CUCWritten by:

In occasione dei sessant’anni dalla uscita del film Banditi a Orgosolo nelle sale cinematografiche e dalla sua premiazione alla Mostra del cinema di Venezia, ma anche a dieci anni dalla scomparsa del regista, viene presentata la mostra fotografica “Abissi di silenzio. Immagini dal film Banditi a Orgosolo, Vittorio De Seta, 1961”, a cura di Antioco Floris e Antonello Zanda, in programma a Cagliari dal 26 maggio al 30 giugno nei locali della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta e a Nuoro dal 9 luglio al 30 agosto al Museo del costume in via Mereu.

Banditi a Orgosolo occupa una posizione riconosciuta nella storia del cinema mondiale. Dalla sua uscita nel 1961, con il premio come miglior opera prima alla Mostra del cinema di Venezia, è stato via via sempre più apprezzato per le sue qualità cinematografiche e narrative fino a poter condensare il giudizio sul film nelle parole di Martin Scorsese: un capolavoro indiscusso. Per la Sardegna la pellicola riveste però un valore ulteriore in quanto negli anni ha assunto il carattere di film di fondazione, opera da cui è difficile prescindere quando si riflette sull’immaginario cinematografico legato all’isola.

L’esposizione raccoglie una selezione di immagini del film, fotogrammi e foto di scena, rappresentative dello stile di Vittorio De Seta, ma che offrono anche uno spaccato visivo del mondo barbaricino a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta di cui Banditi a Orgosolo è espressione. Del film è sempre stata particolarmente apprezzata la fotografia molto tanto che i singoli fotogrammi sembra possano avere una vita autonoma. Per questo motivo è sembrato naturale presentarli in un percorso espositivo che potesse dare un senso ulteriore al racconto della Barbagia fatto da De Seta.

Dalle fotografie emerge uno sguardo attento alla realtà e nella composizione dell’inquadratura non c’è mai ricerca di punti di vista virtuosistici, eccentrici, ma di quadri capaci di far emergere la componente plastica dei corpi e degli ambienti. Il ricorso al bianco e nero e l’uso di mezzi agili tipici del reportage cinematografico danno quel carattere austero che ben esprime lo spirito del luogo.

La mostra, prodotta dalla Società Umanitaria-Cineteca Sarda a partire da un progetto di ricerca condotto da Antioco Floris del Dipartimento di Lettere, Lingue e Beni culturali dell’Università di Cagliari e promossa in collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico e la Fondazione di Sardegna, può essere visitata a Nuoro al Museo del costume in via Mereu dal 9 luglio al 30 agosto.  L’ingresso è libero.

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