Lo sguardo delle macchine

Convegno a cura di Elisa Bricco, Luca Malavasi, Sara Tongiani
Università degli Studi di Genova
Genova, 20-21 maggio 2020
ANNULLATO

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Redazione CUC2Written by:

La cultura visuale contemporanea è caratterizzata dalla comparsa e dalla diffusione di nuove forme di immagini e di nuove forme di visualizzazione: immagini trasmesse da videocamere installate su missili o droni, documenti visivi provenienti da videocamere di sorveglianza o da dispositivi indossabili, procedure di visualizzazione in ambito scientifico e medico, VR e AR ecc. Rispetto a questo orizzonte in costante evoluzione, negli ultimi anni, nell’ambito degli studi visuali, è emerso un interesse specifico nei confronti di quelle immagini del tutto o in parte legate a una visione macchinica e a processi automatici di codifica e decodifica. Dal tema dell’invisibilità a quello del ruolo del calcolo algoritmico, passando per le più ampie questioni dei modelli di apparizione del visivo, della riconfigurazione del nesso che lega realtà e rappresentazione e del rapporto tra soggetto e immagine, i problemi posti dalla machine vision si sono rivelati sintomi preziosi non solo per ripensare radicalmente la nozione stessa di immagine (e la sua storia), ma anche le metodologie di ricerca in ambito visuale.

La machine vision, infatti, non coincide semplicemente con l’avvento di nuove tecnologie e di nuovi dispositivi, ma con l’affermazione di un inedito regime esistenziale e operativo per le immagini e, di conseguenza, di un nuovo modello relazionale, comunicativo e performativo tra soggetto e produzioni visuali, come ben rivela il tema, non privo di risvolti perturbanti, dell’azione scopica che questi dispositivi e applicazioni esercitano nei confronti dei loro utilizzatori, con le immagini che smettono di essere un oggetto passivo di sguardo per sollecitare azioni e reazioni. Come puntualizza Jill Walker Rettberg, «with the Internet of Things, objects that perceive us have become reality. Cameras watch us from satellites and drones, sharing information and using facial recognition algorithms to track individuals. Home surveillance systems measure air quality and send messages to parents when their facial recognition algorithms identify that a child has returned home from school. Alexa and Siri listen for our voices and answer our questions with information from the cloud» (Rettberg 2016).

La diffusione contemporanea della visione macchinica – intesa essenzialmente come registrazione, analisi e rappresentazione di informazioni visuali da parte di macchine che operano in modo automatico (anche se la presenza umana, sia essa quella dei programmatori o quella dei click workers, costituisce una componente fondamentale) – sollecita insomma un ampio spettro di riflessioni che intersecano tutti i principali termini attorno ai quali ruota la ricerca in ambito visuale, forzando in particolare l’analisi di questioni essenziali come quelle dell’agency e della soggettività, del rapporto con la tecnologia, dell’uso e della vita sociale delle immagini, e dell’impatto politico e culturale della diffusione della visione non umana.

Keynote Speakers: Antonio Somaini (Université Sorbonne Nouvelle–Paris 3), Federica Villa (Università degli Studi di Pavia)

Comitato scientifico: Enrica Bistagnino (Università degli Studi di Genova), Elisa Bricco (Università degli Studi di Genova), Barbara Grespi (Università degli Studi di Bergamo), Ruggero Eugeni (Università Cattolica del Sacro Cuore), Maria Linda Falcidieno (Università degli Studi di Genova), Luca Malavasi (Università degli Studi di Genova), Andrea Pinotti (Università degli Studi di Milano), Federica Villa (Università degli Studi di Pavia).

Modalità di invio
Le proposte di intervento dovranno essere inviate entro il 20 marzo 2020 a losguardodellemacchine@gmail.com e dovranno contenere: titolo, abstract (max 200 parole) del contributo e short bio dell’autore. La conferma dell’accettazione sarà comunicata entro il 5 aprile 2020. È prevista la pubblicazione degli atti.

Il convegno è promosso dall’Università di Genova, dai dipartimenti DIRAAS e LCM, dalla Scuola di Dottorato in Digital Humanities e dal Centro di Ricerca Interdipartimentale sulla Visualità.

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