Il cinema e l’oggetto perduto

di Lucilla Albano
Marsilio, Venezia 2023

MONOGRAFIE

Gabriele LandriniWritten by:

L’oggetto perduto, concetto arcano e inafferrabile – causa e non oggetto del desiderio –, è presente in ognuno di noi sotto il segno della pura mancanza, una mancanza inconscia e inconsapevole per “non si sa cosa”, ed è originato dal rapporto del lattante con il seno materno e con il sorgere del «primo mitico godimento», da sempre perduto e mai ritrovato.
Da Freud a Lacan, è l’oggetto centrale della teoria e della clinica psicoanalitica. Lucilla Albano ne ha qui percorso la raffigurazione in una ventina di film, in forme sempre originali e sorprendenti. In particolare, tale enigmatico concetto è evocato in queste opere per mezzo di grandi e a volte impossibili storie d’amore. L’oggetto perduto richiama a sé infiniti sostituti e quindi può essere rappresentato o suggerito mediante innumerevoli immagini e racconti, ispirando emozioni che commuovono spettatori e spettatrici, ma che non si è sempre in grado di definire o interpretare.
Tra le opere analizzate: All’Ovest niente di nuovoIl ponte di WaterlooPrigionieri del passatoDuello a BerlinoIl posto delle fragoleHiroshima mon amourL’anno scorso a MarienbadPersonaLa donna del tenente franceseIl filo nascostoDolor y Gloria.

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