Film Studies before Visual Studies

VCS – Visual Culture Studies
n. 6/2023 – a cura di Augusto Sainati e Andrea Rabbito
Scadenza: 25 marzo 2023

ARCHIVIO CFE

Caterina MartinoWritten by:

Storicamente, la teoria del cinema ha incontrato la problematica della cultura visuale fino dai primi decenni del XX secolo. Almeno tre sono i percorsi che hanno segnato questo incontro. In primo luogo, in chiave storica, se da un lato il cinema ha incarnato meglio di ogni altro media l’idea che non esistono media visivi ma tutti i media sono mixed media (Mitchell), dall’altro la vocazione della riflessione teorica è stata fin da subito transdisciplinare: basti pensare alla complessa teorizzazione di Ėjzenštejn (Somaini) o alle analisi sulle analogie tra i meccanismi della memoria, del sogno, della comprensione e il dispositivo cinematografico. Da questo punto di vista la ricerca sul cinema ha precorso i visual studies indicando metodologie e oggetti di studio – sebbene vi siano voci discordanti sul rapporto esistente tra le due indisciplinate discipline (De Gaetano). D’altra parte, tutta una linea di analisi genealogica ha mostrato quanto l’immagine cinematografica sia legata ad altri dispositivi e ad altri regimi di visione, sia da un punto di vista media-archeologico (Parikka, Casetti) sia da un punto di vista storico-estetico (Aumont).

In secondo luogo, in chiave epistemologica, la storia dei media dell’ultimo secolo e mezzo è la storia dello spodestamento della scrittura a vantaggio di media tecnologici (Kittler) che hanno avuto un forte impatto sulla percezione e organizzazione delle forme del sapere. Tutto ciò non è avvenuto pacificamente: si è disegnata una sorta di disallineamento tra la progressiva tecnologizzazione dei media e soprattutto delle immagini, il cui perno è stato proprio il cinema, e la resistenza di una cultura ancora fondata in gran parte sulla parola scritta. Tuttavia l’epoca delle tecnoimmagini (Flusser) e dei loro rapidi e successivi mutamenti ha favorito il passaggio da una concezione del mondo come “testo” a una concezione del mondo come “immagine” (Mirzoeff). In questo spostamento si sono offerti alla riflessione teorica sia alcune nuove configurazioni di oggetti già esistenti (i dispositivi di proiezione, quelli di visione, gli schermi, l’inquadratura, l’immagine algoritmica ecc.) sia alcuni processi (ad es. il montaggio: cfr. la lettura del progetto warburghiano proposta da Didi-Huberman).

Infine, in chiave estetico-filosofica, la riflessione sul cinema ha portato alla luce in forme nuove il carattere complesso del visibile. Se i film studies hanno anticipato il progetto dei visual studies di “squarciare il velo di familiarità e di autoevidenza che ammanta l’esperienza del vedere” (Mitchell), essi hanno anche mostrato con netto anticipo quanto l’immagine si opponga in ultima analisi all’idea di sistema: la descrizione dell’immagine è per definizione inesauribile, perché “nell’immagine resta sempre qualcosa di ottuso” (Aumont). Tuttavia, per altro verso e quasi paradossalmente, l’ideale del cinema è la purezza del visibile, la semplificazione, la “creazione del nulla a partire dalla complessità” (Badiou). In questo interstizio tra inesauribilità e purificazione si gioca il destino del visuale.

Insomma, i film studies non sono stati distanti dai visual studies, ma al contrario – riprendendo il titolo della CFE – essi sono stati “before” ma anche “be for” (“funzionali a”) gli studi sul visuale.

A partire da queste considerazioni sommarie la Call for Essays invita a proporre contributi, che potranno essere sviluppati secondo prospettive disciplinari diverse, sui temi e i problemi che legano film studies e visual culture. A titolo indicativo ma non esaustivo, elenchiamo alcuni temi che possono fungere da suggerimento per l’elaborazione delle proposte:

–     la storia della riflessione visuale in riferimento al cinema e, in senso inverso, la storia della riflessione teorica sul cinema in riferimento alla problematica del visuale;
–    l’ontologia e la fenomenologia dei dispositivi e la loro relazione con l’esperienza dello spettatore;
–    la spettatorialità sia in relazione alle nuove forme della fruizione dell’audiovisivo (rimediazione e frammentazione della percezione, rilocazione ecc.) sia in relazione ai nuovi oggetti audiovisivi (VR, videoinstallazioni, musealizzazione del cinema ecc.);
–    il passaggio da teorizzazioni della visione cinematografica disincarnata alle teorie dell’embodiment e della performatività del cinema;
–    la dimensione neurocognitiva della visione cinematografica e il rapporto con la percezione;
–    il riuso di immagini cinematografiche in contesti non cinematografici (schermi urbani, pubblicità ecc.);
–    il ruolo e i problemi della descrizione nell’analisi del film;
–    il rapporto tra regolare e singolare nella comprensione (com-prensione) del film;
–    il visibile come forma di concretizzazione del carattere culturalmente situato della visione cinematografica;
–    il rapporto tra figurativo e figurale nel cinema;
–    la qualità delle immagini audiovisive (alta/bassa definizione, formati diversi ecc.) e le relative tecnologie di produzione (dalle immagini di sintesi agli smartphone) e di visione.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Aumont J., A cosa pensano i film, Ets, Pisa 2007.
Aumont J., L’occhio interminabile. Cinema e pittura, Marsilio, Venezia 1991.
Badiou A. Del capello e del fango. Riflessioni sul cinema, Luigi Pellegrini, Cosenza 2009.
Casetti F., L’occhio del Novecento, Bompiani, Milano 2005.
Casetti F., Somaini A. (eds.), La haute et la basse définition des images. Photographie, cinema, art contemporain, culture visuelle, Mimesis, Paris 2021.
Cometa M., Cultura visuale. Una genealogia, Raffaello Cortina, Milano 2020.
Costa A., Il cinema e le arti visive, Einaudi, Torino 2022.
D’Aloia A., Eugeni R. (eds.), Teorie del cinema. Il dibattito contemporaneo, Raffaello Cortina, Milano 2017.
De Gaetano R., Critica del visuale, Orthotes, Napoli-Salerno 2022.
Didi-Huberman G., L’ immagine insepolta. Aby Warburg, la memoria dei fantasmi e la storia dell’arte, Bollati Boringhieri, Torino 2006.
Elsaesser T., Hagener M., Teoria del film. Un’introduzione, Einaudi, Torino 2009.
Flusser V., La cultura dei media, Bruno Mondadori, Milano 2004.
Kittler F. A., Gramophone, Film, Typewriter, Stanford UP, Stanford 1999.
Lipovetsky, G., Serroy J., L’écran global. Du cinéma au smartphone, Seuil, Paris 2011.
Mirzoeff N., Introduzione alla cultura visuale, Meltemi, Milano 2021.
Mitchell W.J.T., Pictorial turn. Saggi di cultura visuale, Raffaello Cortina, Milano 2017.
Parikka J., Archeologia dei media. Nuove prospettive per la storia e la teoria della comunicazione, Carocci, Roma 2019.
Purgar K., Vargiu L. (eds.), Studiare le immagini. Teorie, concetti, metodi, Carocci, Roma 2023.
Rabbito A. (ed.), La cultura visuale del ventunesimo secolo. Cinema, teatro e new media, Meltemi, Milano 2018.
Somaini A., Ėjzenštejn. Il cinema, le arti, il montaggio, Einaudi, Torino 2011.
Stoichita V. I., Effetto Sherlock. Occhi che osservano, occhi che spiano, occhi che indagano. Storia dello sguardo da Manet a Hitchcock, il Saggiatore, Milano 2017.

INDICAZIONI OPERATIVE

Gli studiosi interessati a partecipare sono invitati a inviare un proposal entro e non oltre il 25/3/2023. Il proposal deve essere avere una lunghezza di circa 300 parole (compresa una bibliografia essenziale) e una nota di presentazione dell’autore o degli autori di massimo 100 parole. Tutti i materiali e le comunicazioni relative alla pubblicazione vanno inviati alle mail dei curatori e a quella della redazione: augusto.sainati@unipi.itandrea.rabbito@unikore.it; vcs@vcsmimesis.org

Chi ha inviato i proposal riceverà una risposta entro il 31/03/2023 e dovrà eventualmente inviare il proprio contributo entro il 30/06/2023. I contributi dovranno essere compresi tra le 8000 e le 10000 parole, note e bibliografia comprese. Le norme editoriali di riferimento sono consultabili e scaricabili all’indirizzo https://vcsmimesis.org/norme-redazionali. Gli articoli devono essere completati da un abstract di 200 parole, da tre a cinque parole chiave e da una nota bio-bibliografica riferita all’autore o agli autori di massimo 100 parole per ciascun autore (abstract, parole chiave e nota bio-bibliografica devono essere redatti sia in inglese che in italiano). Gli articoli possono essere scritti in inglese o in italiano. Gli articoli possono essere accompagnati da immagini, rispetto alle quali l’autore o gli autori devono assicurare il possesso dei diritti di riproduzione; le immagini in bianco e nero vengono riprodotte nel fascicolo cartaceo all’interno dell’articolo; le immagini a colori vengono pubblicate in una specifica sezione del sito della rivista e recuperate mediante un link.

Gli articoli vengono sottoposti a un doppio referee secondo il sistema del doppio cieco. I pareri dei referee vengono rimandati agli estensori entro il 28/07/2023: nel caso i referee ritengano pubblicabile il contributo con modifiche, gli estensori avranno tempo fino al 01/09/2032 per inviare il loro contributo con le opportune correzioni. Per tutto quanto non è indicato in questo CFE, si rinvia alla policy della rivista che si possono consultare e scaricare all’indirizzo https://vcsmimesis.org/norme-etiche. Oltre ai saggi scritti, la call incoraggia e valorizza l’invio di video saggi, di cui verranno pubblicati nella rivista cartacea gli abstract e i credits, e nel sito della rivista la versione audiovisiva. I tempi e le modalità di invio dei proposal, dei contributi e della loro valutazione coincidono con quelli dei saggi scritti. I videosaggi devono essere della durata massima di 20 minuti, e inviati in formato mp4 con formato HD 1280 x 720. Nel caso si utilizzino servizi di transfer web (Google, Onedrive, Wetransfer, etc.) si raccomanda di indirizzare sempre i contributi a tutti gli indirizzi mail sopra riportati.

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