L’autoritratto. Cinema e configurazione della soggettività

Laura Busetta
Sapienza Università di Roma
2013

PhDs

Redazione CUCWritten by:

L’autoritratto. Cinema e configurazione della soggettività
The Self-portrait film

Autore | Author
Laura Busetta
laura.busetta@uniroma1.it
https://uniroma1.academia.edu/LauraBusetta

Corso di dottorato | PhD Program
Tecnologie digitali e metodologie per la ricerca sullo spettacolo
Sapienza Università di Roma
Tutor Paolo Bertetto
2013

Sinossi | Abstract
La tesi si concentra sull’autoritratto cinematografico, nozione ereditata dagli studi di arte visiva e rielaborata all’interno del panorama letterario e cinematografico, per esaminare le strategie che intervengono nella costruzione della soggettività all’interno dei testi audiovisivi. L’autoritratto si configura come una pratica di costruzione soggettiva che, invece di concentrarsi sul piano narrativo e storico, articola una dimensione discontinua ed eterogenea della soggettività. Piuttosto che nella ricerca di un’unità autobiografica o di una logica narrativa, l’autoritratto trova infatti una modalità privilegiata nell’estetica della frammentazione. Se la formula dell’autobiografia era ben rappresentata dal giuramento dell’autore “giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”, l’autoritrattista dovrebbe invece ipoteticamente annunciarci: “Non vi racconterò quello che ho fatto, ma vi dirò chi sono” (Beaujour: 1991). L’autoritratto si distingue dall’autobiografia per l’assenza di una linea cronologica, la procedura di ricostruzione della propria immagine si esplica infatti attraverso le pratiche della discontinuità, dell’anacronismo, della citazione e del montaggio (Bellour: 1990).

The main object of this research is to investigate the self-portrait film. This form has flourished in recent cinema with a particular relevance. In western tradition, the notion of self-portrait is quite ancient both in literature and painting (Beaujour: 1991, Calabrese: 2010); as for films, we can consider the self-portrait as a hybrid practice, which does not fit into the traditional definition of documentary nor into that of fictional cinema, breaking the canons of both genres. Self-portrait is a particular aesthetic form, at work in the contemporary age, which reflects the multiplicity of the subject. Rather than searching for unity, the self-portrait seems to find a productive formality in the aesthetics of fragmentation. Its characteristics consist of an assembly of elements ordered according to a series of thematic types, as the principal proponent of self-portrait Raymond Bellour asserts (Bellour: 1990).

 

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