La sopravvivenza delle immagini nel cinema. Riproduzione e montaggio come operazioni della cultura visuale

Francesco Zucconi
Istituto Italiano di Scienze Umane
2012

PhDs

Redazione CUCWritten by:

La sopravvivenza delle immagini nel cinema. Riproduzione e montaggio come operazioni della cultura visuale
The survival of the image in cinema. Reproduction and montage in visual culture

Autore | Author
Francesco Zucconi
fran.zucconi@gmail.com

Corso di dottorato | PhD Program
Studi sulla rappresentazione visiva. Storia, teoria e produzione delle arti e delle immagini
Istituto Italiano di Scienze Umane
Tutor Pietro Montani
2012

Sinossi | Abstract
Il concetto di “sopravvivenza” o “vita postuma” delle immagini (Nachleben) proposto da Aby Warburg si trova al centro del dibattito dei visual studies, laddove si riflette sulle diverse forme di permanenza delle immagini del passato nella produzione contemporanea. Nella teoria del cinema, la ripresa di immagini d’archivio (televisive, filmiche, pittoriche…) ha assunto una crescente importanza, tanto che la riflessione estetica ha fatto ricorso al concetto di “intermedialità” per descrivere la pratica del film d’archivio, mentre i fenomeni di “traduzione intersemiotica” continuano a interessare gli artisti e propongono nuove domande agli studiosi. Nella condizione “post-mediale”, l’audiovisivo non è più soltanto una forma narrativa, ma costituisce uno spazio del pensiero (ciò che Warburg chiamava Denkraum) dove lo spettatore può imparare a riprodurre e montare, controllare e manipolare il flusso di immagini che inquadrano i confini della sua esperienza estetica. Utilizzando gli strumenti dell’estetica, della semiotica e della teoria del cinema e ricorrendo a numerosi esempi di analisi del film, questa tesi di dottorato propone l’idea che l’audiovisivo possa essere considerato in quanto strumento di conoscenza e spazio di esposizione, dove le immagini del passato vengono messe in movimento, fino a gettare una nuova luce sul regime mediatico contemporaneo.

The concept of ‘survival’ or ‘afterlife’ of images (Nachleben) proposed by Aby Warburg occupies the centre of the Visual Studies debate as we aim to identify how images from the past remain alive in contemporary production. In film theory, retrieval of images from the archives (television, film, paintings…) has become increasingly important nowadays: aesthetical thinking makes use of the concept of ‘intermediality’ to describe the practice of archive films, while the phenomena of ‘inter-semiotics translation’ continue to interest artists and to pose new questions for scholars. In the “post-media condition” film is no longer simply a narrative form. It becomes a space for thinking (the visual space that Warburg called Denkraum) where the spectator can learn to reproduce and edit, to control and manipulate the flow of media images that defines his aesthetic experience. Addressing aesthetics, semiotics and film theory and using numerous examples of analysis, this doctoral thesis suggests that the audiovisual text can be an instrument of knowledge and an exhibition space, where the images of the past are set in motion, throwing new light on the contemporary media system.

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