Restaurare l’esperienza filmica

MAKING ØF

Redazione CUCWritten by:

Come le cineteche e i festival cinematografici hanno reagito alle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria? Qual è stato e quale sarà il ruolo del digitale e dell’interazione a distanza? Quali iniziative e quali idee per riaprirsi al pubblico? Lunedì 13 luglio 2020 il direttore della Cineteca di Bologna e del festival Il Cinema Ritrovato Gian Luca Farinelli ha partecipato al secondo appuntamento di MAKING ØF • Dialoghi con il mondo del cinema, la rubrica promossa dalla Consulta Universitaria del Cinema. Sollecitato dalle domande di Giovanna Maina ed Emiliano Morreale, Farinelli ha raccontato l’esperienza della Cineteca in questi mesi e ha tracciato alcune prospettive per l’immediato futuro.

Per un’istituzione come la Cineteca, per cui il contatto e il confronto con il pubblico sono da sempre aspetti imprescindibili, il lockdown ha rappresentato una dura battuta d’arresto. Nonostante le molte difficoltà e l’utilizzo di piattaforme digitali, la Cineteca non ha mai cessato di dare al proprio pubblico l’immagine di un’istituzione culturale costantemente aperta e calorosa. «Dopo una prima fase di incredulità – ha raccontato Farinelli – c’è stata la paura, e poi la riorganizzazione delle forze e degli eventi»; così la Cineteca ha risposto prontamente all’emergenza sanitaria proponendo rubriche, appuntamenti, incontri onlineche non hanno tardato a moltiplicarsi e a trovare un proprio nutrito pubblico di affezionati. È il caso della rubrica “Il cinema ritrovato fuori sala”, un incontro settimanale che, seguendo il tradizionale appuntamento dell’uscita dei film in sala, ogni giovedì introduce e mostra al proprio pubblico a distanza un cortometraggio o, per utilizzare le parole del direttore della Cineteca, «una novità molto antica».

Farinelli ha anche chiarito la posizione della Cineteca sull’uso delle tecnologie digitali. «Uno dei grandi problemi del web è la straordinaria quantità di filmati e di immagini. Ma a un approccio da “supermercato di contenuti” abbiamo preferito un’altra concezione: al fianco di ogni cortometraggio presentato dalla nostra rubrica abbiamo messo a disposizione approfondimenti e una serie di attività. Il nostro dipartimento didattico, tutte le settimane, presentava due film, un vero e proprio cineclub con introduzione e discussione ai film, con un pubblico online di oltre 10.000 persone».

Il lockdown ha dunque permesso, nonostante tutto, di raggiungere un pubblico nutrito attraverso modalità fino a oggi ancora poco battute. Oltre ad alcune singole iniziative che hanno permesso una circolazione insperata di film altrimenti destinati ad una distribuzione “locale” (come il cortometraggio The Forgotten Front, circolato attraverso il canale di MyMovies e acquistato poi da Rai Storia), Farinelli ha ricordato in particolare l’operazione “Io resto in sala”. «Dopo una lunga discussione con un centinaio di esercenti siamo riusciti, a partire dall’inizio di maggio, a garantire in un centinaio di sale italiane anche una sala virtuale. Questo è per me un passaggio verso la modernità. È importante che la sala possa raggiungere anche il pubblico che altrimenti non potrebbe vedere i film».

Da almeno vent’anni il digitale rappresenta una risorsa ma anche un problema per gli archivi e per le cineteche, soprattutto per quanto riguarda la conservazione, il restauro e la diffusione. In relazione a questo aspetto, cosa ne è e cosa ne sarà del vero corpo fisico sul quale le cineteche hanno da sempre agito, ossia la pellicola? Per la Cineteca di Bologna – ha spiegato Farinelli – il digitale rappresenta un valore aggiunto e un vantaggio. «Il digitale risolve una contraddizione del restauro cinematografico: ogni volta che mostri una copia in 35mm di un film restaurato, quella copia si danneggia, dunque dopo pochi passaggi la versione restaurata di un film è sempre una versione restaurata di un film danneggiato. Personalmente considero il restauro non il punto di arrivo di un lavoro sul film, quanto piuttosto una traduzione che deve mantenere anche le fragilità dell’opera».

L’appuntamento con il festival Il Cinema ritrovato è ormai alle porte. Poteva saltare o essere drasticamente ridimensionato, ma la Cineteca invece ha rilanciato. «La buona notizia – ha spiegato Farinelli – è che Piazza Maggiore è stata riaperta e abbiamo ricominciato a programmare film prevedendo circa 1.000 spettatori a serata. Il pubblico sta rispondendo bene, si sta riabituando all’idea della proiezione. Oltre al tradizionale appuntamento in piazza sarà possibile vedere i film anche in un’arena situata nella periferia di Bologna, immersa nel verde e nel vero buio della notte d’estate. E poi abbiamo aperto anche l’Arena Puccini, un’arena a pagamento dove proiettiamo il meglio della stagione passata. Oltre a circa 400 titoli provenienti da tutto il mondo, la novità di quest’anno è l’idea di ospitare la sezione Venezia Classici», come aveva anticipato Alberto Barbera nel primo incontro di MAKING ØF.

Dalle parole di Farinelli emerge dunque il ritratto di un’istituzione culturale dinamica e di un festival vivace e in continuo mutamento. All’interno di questa realtà è possibile immaginare un rapporto con l’Università?. «Penso che si possa fare ancora molto perché siamo due mondi molto vicini, paralleli, che hanno logiche e tempi diversi ma che a volte si toccano. L’Università, grazie a molti docenti e ricercatori di cinema, ha avuto da subito un ruolo importante nella trasformazione della Cineteca. Nel corso degli anni abbiamo sviluppato con il DAMS una quantità enorme di attività, cicli, pubblicazioni. Chiaramente è difficile costruire dei grandi progetti di largo orizzonte, ma credo che in una società come la nostra dovremmo sempre avere l’ambizione di realizzare qualcosa di impossibile, di trovare delle intese per far sì che il nostro lavoro raggiunga sempre più persone, in modalità sempre più ricche».

«Il cinema resta, nonostante tutto – ha concluso Farinelli –, un’arte intrinsecamente popolare e, forse, un vero sguardo sulla storia del cinema, fatto insieme, aiuterebbe il nostro Paese a conoscere meglio la sua storia».

Il prossimo appuntamento di MAKING ØF è in programma lunedì 20 luglio alle 18.30 in diretta streaming su Facebook. Ospite dell’incontro sarà Steve della Casa, critico cinematografico, direttore del Busto Arsizio Film Festival e conduttore dello storico programma radiofonico “Hollywood Party”.

Giulia Muggeo

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