Senso del luogo e costruzione dell’identità

International Summer school ONLINE
“La cura della memoria” – IV edizione
Università degli Studi di Pavia
15-17 settembre 2020

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Redazione CUC2Written by:

Sospeso dall’incombere della pandemia, condizionato dalla rilocazione obbligata delle esperienze che essa ha bruscamente imposto, il nostro abituale rapporto con i luoghi – con spazi cioè determinati, così definiti da un qualche intervento antropico – è una delle certezze del quotidiano che, dentro e dopo l’emergenza, più dovremo imparare a rivedere. Un rapporto che rivendica quindi un’inedita e cruciale importanza: guadagnata certo nel segno della perdita (i luoghi che non possiamo più raggiungere, frequentare, se non osservando il rispetto di stringenti limitazioni), ma che ha saputo anche sorprenderci con trasformazioni imprevedibili (la casa, per esempio, che tutti abbiamo saputo riallestire quale ambiente mediale in cui concepire nuovamente non solo il nostro abitare, ma anche lo studio, il lavoro, ogni nostra routine).

In quanto spazio antropico, il luogo tuttavia non è mai solo un mero concetto geografico, bensì un campo aperto in cui germogliano identità, dove si intrecciano rapporti e nascono relazioni. Ripensare il nostro legame con i luoghi significa dunque, in quel futuro mai così ignoto che siamo però chiamati a progettare, ripensare anche il nostro legame con gli altri. Significa ricostruire un’idea di comunità anch’essa trasformata: dinamizzata, proiettata verso molti altrove, a volte disgregata dalle linee divergenti che la sconvolgono, e quasi stritolata dalla morsa dei divieti che, giorno dopo giorno, sembrano voler preconizzare le tante fatiche della condotta sociale che ci attende.

È la sfida – una tra le molte – che ci lancia questa opprimente e inaspettata condizione: dimostrarci all’altezza di ricostruire il valore del luogo alla luce della dimensione delocalizzata dell’esperienza che caratterizza la soggettività contemporanea, spartita tra la gestione di una rinnovata medialità (l’apporto decisivo di Internet, della creatività digitale, delle più recenti tecnologie della visione) e la ricerca di un equilibrio, talvolta precario e problematico, tra la dimensione mediata della relazione, il sentimento dell’assenza dei corpi e la nostalgia di un rapporto diretto tutto da reinventare.

In questa prospettiva, la IV edizione della Summer School “La cura della memoria” si ristruttura e propone una nuova formula, compiendo una manovra di adattamento che è, al contempo, una sua decisa azione di rilancio nel quadro attuale. Tre giorni di incontri online a settembre e, a seguire, un fitto calendario di appuntamenti programmati da remoto durante tutto l’autunno. Due diversi momenti pensati però in continuità, e scanditi da incontri con studiosi, antropologi, filmmaker, curatori e performer che, muovendosi nell’alveo delle arti visive e performative, attraverso il loro lavoro hanno aperto un dialogo tra modalità di esperienza diretta e indiretta del luogo e originali processi di costruzione dell’identità, tanto individuale quanto comunitaria. Un’edizione di fatto diversa nella forma, ma condotta in forza della tradizione che la precede. Nonostante la lontananza che ancora ci divide, un’occasione per tornare a sentirci vicini: ragionando dunque a partire dal “senso del luogo”, ma a patto di scorgere, nell’equilibrio tra sistema dei media che ci circonda e bisogno di socialità faccia a faccia, un orizzonte in cui – tutti insieme – tentare di rifondare il luogo del senso.

La Summer School è gratuita e a numero chiuso (50 posti).  Per aderire è necessario richiedere il form di iscrizione all’indirizzo selfmedialab@gmail.com. Il form andrà compilato e inviato, allo stesso indirizzo, entro il 28 agosto 2020.

Programma

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