Umano

Fata Morgana. Quadrimestrale di cinema e visioni
n. 37/2020

RIVISTE

Redazione CUC2Written by:

È in libreria il numero 37 di “Fata Morgana” dedicato al tema “Umano” e aperto da una conversazione con il regista Bruno Dumont curata da Andrea Inzerillo.

Che ne è dell’umano? Questa domanda ha agitato e continua ad agitare i discorsi e i dibattiti da molto tempo, e da diverse prospettive. Certo, l’uomo (come valore, come idea), ricordava Foucault, è una invenzione recente, destinata sempre più a perdere centralità nel mondo contemporaneo. Prima di lui, Nietzsche ne aveva annunciato la “morte”, il necessario oltrepassamento, e Freud aveva ricostruito le tre tappe che nel corso dei secoli hanno scosso la pretesa dell’uomo di essere al centro dell’universo (la teoria eliocentrica, la teoria evoluzionistica e ovviamente la psicoanalisi).
Ma l’umano non si identifica con il concetto di “uomo”. Questo aggettivo sostantivato sembra oggi indicare una condizione di vita in bilico, in pericolo o in transito. Se nel dibattito contemporaneo termini come transumanesimo o postumano occupano sempre di più lo spazio del dibattito teorico pluridisciplinare, questo è il segno di una domanda sempre più urgente, pressante.
Una domanda che ne rivela poi un’altra alla base: cosa è “umano”? La sempre maggiore dipendenza da dispositivi tecnologici che aumentano o trasformano la potenza del corpo umano, così come la crisi dei sistemi sociali che dovrebbero garantire l’universalità dell’umano (al di là di ogni differenza etnica, culturale o di genere), contribuiscono a rendere attuale queste domande. Cosa è “umano”?
Il Novecento, come secolo del cinema, ha costantemente attraversato e rielaborato tali questioni, attraverso le sue specifiche forme narrative, attraverso il suo stesso dispositivo. Ha creato personaggi-limite, come le figure sospese tra l’umano e il non-umano, dall’espressionismo tedesco al cinema Cyberpunk; ha indagato la perdita della propria umanità nella nascita della massa senza identità; ha esplorato le trasformazioni dell’umano in relazione allo sviluppo della tecnologia capace di creare protesi o potenziamenti del corpo; ha posto con forza la domanda sull’ “umano” dando vita sullo schermo a personaggi e corpi che non esistono (o non esistono più). Ha esplorato ogni aspetto etico del significato di “umano”, intercettando le inquietudini e le tensioni della tarda modernità. I percorsi sono dunque diversi e molteplici, e possono essere pensati a partire da alcune linee direttrici.

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