L’arte mediata: dal Critofilm al Talent Show

piano b. Arti e culture visive
n. 2/2018 – a cura di Giacomo Manzoli e Claudio Marra
Scadenza: 4 maggio 2018

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Redazione CUC2Written by:

Se è vero, come ci hanno insegnato le migliori estetiche contemporanee, che l’arte, non diversamente dalle altre attività umane, può trovare identità e significato solo a partire dalle pratiche che la definiscono, è in questa direzione pragmatica, di uso, di discorso, che sembrerebbe opportuno orientare la ricerca e la riflessione sul suo statuto. Ora non c’è dubbio che nella contemporaneità il cinema, quello d’autore ma anche, e forse, soprattutto, quello popolare, a partire dalla fin troppo abusata etichetta di “specchio della realtà”, costituisca una magnifica sintesi di comportamenti e abitudini di vita, uno straordinario serbatoio/repertorio di gesti, azioni, gusti, parole, capace non solo di riprodurre il sociale, ma addirittura di ridefinirlo. In questa prospettiva poi, alla galassia cinematografica occorre ormai necessariamente aggiungere, anche quella televisiva che, se possibile (si pensi all’invadenza e al peso dei reality e dei talent), ha ulteriormente incrementato la sponda di virtualità inaugurata e diffusa dal cinema.

La presente call for papers di piano b vorrebbe dunque stimolare e raccogliere riflessioni a largo raggio proprio su queste tematiche: l’arte raccontata e interpretata dal cinema e dalla televisione. L’arte, come sistema e come meccanismo, come opere e come protagonisti, come modelli e come categorie critiche, come linguaggi e come simboli, insomma l’arte complessivamente intesa, trasferita, filtrata e rigenerata nelle narrazioni cinematografiche e televisive. L’arte così come appare sugli schermi che riflettono e contribuiscono a ridefinire la nostra quotidianità, tra rappresentazione e sfruttamento, educazione e divulgazione.

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