Premio Limina 2017

PREMIO LIMINA

Redazione CUCWritten by:

Miglior libro italiano di studi sul cinema

Attribuito dalla Consulta Universitaria del Cinema


Cristina Jandelli, L’attore in primo piano. Nascita della recitazione cinematografica, Marsilio, Venezia 2016

Il primo piano rappresenta senza dubbio uno dei tratti formali fondamentali del medium cinematografico. La sua codificazione nei primi decenni della storia del cinema rappresenta tuttavia una questione storiografica e teorica che ancora necessita di investigazione scientifica. Nel suo volume Cristina Jandelli si concentra sulla relazione tra il primo piano e lo sviluppo delle nuove forme di recitazione e performance che esso fa scaturire, in un percorso che porterà, nell’arco di tempo preso in esame, a un tipo di attorialità propriamente cinematografica. Con accurata indagine storica, abbondanza di esempi, illuminanti aperture di riflessione e affondi teorici, e grazie una scrittura ricca, precisa e di piacevole scorrevolezza, l’autrice illustra pienamente la rivoluzione che il primo piano, con il suo potere di rivelazione del dettaglio, significò per l’attore e la sua arte, rendendo al contempo il volto umano sullo schermo un vero paesaggio emozionale.

 

Miglior traduzione italiana di un importante contributo agli studi cinematografici

Attribuito dalla Consulta Universitaria del Cinema


Yasujirō Ozu, Scritti sul cinema, traduzione e a cura di Franco Picollo e Hiromi Yagi, Donzelli, Roma 2016

Il volume curato da Franco Picollo e Hiromi Yagi ha raccolto e tradotto in italiano per la prima volta gli scritti a firma di Ozu compresi tra il 1931 e il 1961: i racconti sul mestiere di regista, uno sguardo partecipe e accorato sulla storia del suo paese, il Giappone, e sul trauma del conflitto che tra il 1937 e il 1939 lo oppose alla Cina, a cui il regista prese parte come soldato. Oltre ai pensieri sull’identità e la storia nazionale giapponese e sulla famiglia (al centro dei suoi film come “rifugio di un mondo senza cuore”), il volume raccoglie anche sue riflessioni teoriche o, meglio, le sue diffidenze nei confronti di chi cercava di interpretare il cinema come una “grammatica”, ponendo così, a suo dire, preconcetti e limitazioni estetiche. La traduzione e la curatela di Picollo e Yagi hanno il merito di ampliare sensibilmente la nostra conoscenza di un autore cui l’Europa ha spesso guardato come un punto di riferimento, nonché di ridiscutere o scavare più in profondità rispetto ad alcune etichette che la critica gli ha spesso affiancato (prima fra tutte quella del “più giapponese tra i registi giapponesi”) presentando una ricca opera di documentazione e contestualizzazione storica dell’Ozu uomo di cinema e (anti)teorico”.

 

Best International Film Studies Book

Attribuito dall’Editorial Board della rivista Cinéma&Cie. International Film Studies Journal


Anton Kaes, Nicholas Baer, Michael Cowan, The Promise of Cinema: German Film Theory, 1907–1933, California University Press, Oakland 2016

From the early days of cinema, German thinkers and critics engaged enthusiastically in formulating ideas and raising questions in order to investigate and problematize this new form of expression. This vast realm of reflections is a goldmine that has remained for long almost ignored, but deserves indeed to be widely known and studied. Anton Kaes, Nicholas Baer and Micheal Cowan have gathered and edited with patience, philological consciousness and an extremely accurate archive research a vast corpus of articles and essays, mostly unknown, dating from 1907 to 1933, thus providing the reader with an exceptionally precious tool of knowledge and critical thinking for the story and the theory of film. Therefore, The Promise of Cinema offers a compelling new vision of film theory—not as a fixed body of canonical texts, but as a dynamic set of reflections on the very idea of cinema and the possibilities associated with it.

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